Nuove regine e la produzione di api invernali

Nuove regine e la produzione di api invernali

Le api invernali nascono tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, prima che cessi l’ovodeposizione per la pausa invernale. Sono state effettuate diverse ricerche che cercano di identificare quali fattori climatici e ambientali possano dare inizio alla produzione di api invernali, in particolare la durata della luce diurna e  l’insorgere del freddo con i loro effetti sulla neotenina, ma i loro risultati sono ancora inconclusivi.

Un lavoro di H. R. Mattila, J. L. Harrios e G. W. Otis (Timing of production of winter bees in honey bee (Apis mellifera) coloniesInsectes sociaux 48, 2001, pp. 88–93) riesamina i dati di una ricerca condotta anni prima con altri scopi. Ogni 12 giorni, in 24 diverse colonie di forza comparabile formate nel corso di quella primavera a partire da pacchi di api, venivano marcate 100 api appena sfarfallate, si registrava la presenza di api marcate nei cicli precedenti, e si misurava l’estensione della covata. Ciò a partire dalla formazione della colonia fino alla cessazione della covata, in novembre, per poi riprendere nel marzo successivo. Le api marcate permettono di esaminare la loro durata di vita e stimare la sopravvivenza delle loro coetanee, e permettono dunque di riconoscere e datare l’emergere di api invernali.

A fine luglio, è stato effettuato un cambio di regine: alcune colonie (di controllo) hanno mantenuto la loro regina (gruppo A); alcune hanno ricevuto una nuova regina già fecondata (gruppo B); un terzo gruppo (C) ha ricevuto una regina vergine; il quarto gruppo (D) è stato orfanizzato e lasciato allevare la propria regina. Nel gruppo A la covata non èp dunque mai cessata, nel gruppo B è cessata solo per qualche giorno, nel gruppo C è ripresa solo dopo i voli di fecondazione, mentre nel gruppo D è stato necessario un tempo parecchio più lungo.

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I risultati si riassumoni nei grafici seguenti. Per ciascun gruppo, le linee rappresentano le varie classi di età. L’asse verticale rappresenta, per ciascuna classe di età, la proporzione di api sopravvissute. La prima linea del gruppo A rappresenta dunque le api sfarfallate il 14 luglio: quel giorno erano ovviamente tutte vive; il 7 agosto ne erano sopravvissute circa il 60%, il 31 agosto ne erano vive ancora meno del 20%, e poco prima del 24 settembre erano morte tutte.

La linea tratteggiata rappresenta per tutti i gruppi le api sfarfallate il 31 agosto. Questo è il primo gruppo di api di cui, nel gruppo di controllo (A), una parte (il 40%) sopravvive all’inverno: alcune sono state ritrovate ancora in maggio. Le classi successive hanno una proporzione crescente di api invernali: a partire dalle api sfarfallate il 18 ottobre, tutte sono invernali. Gli ultimi sfarfallamenti sono avvenuti il 30 ottobre.

Nel gruppo B e nel gruppo C, le prime api invernali  nascono 12 giorni dopo rispetto al gruppo di controllo; anche la covata cessa 12 giorni dopo. Nel gruppo D la nascita di api invernali è ulteriormente ritardata, ma anche la covata nel complesso cessa con ritardo. Corrispondentemente, le api invernali sopravvivono fino a una data più tarda.

La seconda figura rappresenta il numero di api invernali prodotte dai quattro gruppi, suddivise per classe di età (sfarfallate il 31 agosto, il 12 settembre ecc.)

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La conclusione è che il cambio di regina ritarda l’apparire di api invernali e influenza il numero di api prodotte: prima di produrre api invernali, le nuove regine producono qualche giro supplementare di api estive (è noto che le nuove regine tendono a deporre più a lungo: vedi L’inizio della pausa invernale). Ovviamente partendo in ritardo riescono a produrre meno covata, in parte però compensate dal vigore della nuova regina. La popolazione media complessiva dei 4 gruppi al momento dell’invernamento era come segue:

Gruppo A: 16995 ± 1856

Gruppo B: 20339 ± 1045

Gruppo C: 17984 ± 3314

Gruppo D: 14379 ± 1395

Anche se la popolazione del gruppo D è minore di quella degli altri gruppi, le sue api invernali sono più longeve, e possono dunque contribuire, assieme alle nuove nate alla fine dell’inverno, alla ricostituzione della popolazione primaverile

L’avvio della covata di api invernali non riflette dunque unicamente fattori esterni, ma anche la dinamica interna della popolazione. Il cambio di regina influenza infatti il numero di api e la proporzione di api vecchie rispetto a quelle appena sfarfallate, che è stato suggerito essere uno dei fattori che determina la concentrazione di neotenina. Il numero di api influenza poi il microclima interno all’arnia e la presenza di anidride carbonica, che a sua volta contribuisce a determinare la produzione di neotenina.

 

 

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Nota sui diritti / reproduction rights

Le figure sono riprodotte per gentile concessione dell’editore Springer. Sono originariamente apparse in H. R. Mattila, J. L. Harrios e G. W. Otis, Timing of production of winter bees in honey bee (Apis mellifera) coloniesInsectes sociaux 48, 2001, pp. 88–93. Ogni ulteriore riproduzione è proibita.
The figures are republished by kind permission of Springer; they originally appeared in H. R. Mattila, J. L. Harrios e G. W. Otis, Timing of production of winter bees in honey bee (Apis mellifera) coloniesInsectes sociaux 48, 2001, pp. 88–93. Further reproduction is prohibited.

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