Il metabolismo respiratorio delle api in inverno

Il metabolismo respiratorio delle api in inverno

Per un’ape isolata, il metabolismo respiratorio —misurato in termini di consumo d’ossigeno e/o di produzione di anidride carbonica— aumenta al diminuire della temperatura, raggiungendo il suo massimo tra 15 e 20° per poi diminuire fino agli 8- 10° quando l’ape entra in coma termico.

Nel glomere invernale abbiamo al centro temperature tra 20° e 30° (solitamente più vicine a 30° che a 20°), mentre in periferia la temperatura è circa 9°, vicina a quella del coma termico. Quindi al centro del glomere abbiamo una temperatura superiore a quella che massimizza l’attività metabolica di un’ape individuale, e in periferia inferiore.

Free e Simpson hanno costruito un apparato sperimentale per poter misurare l’emissione di anidride carbonica da colonie di api mantenute a temperature controllate (The respiratory mechanism of honey-bee colonies at low temperaturesEntomologia Experimentalis et Applicata, 1963, vol. 6, pp. 234–238).

L’emissione di anidride carbonica è risultata minima (per ape) alla temperatura esterna di 10°, e sia sotto che sopra questa temperatura sale considerevolmente, come mostrano i seguenti grafici che riportano la temperatura sull’asse orizzontale e l’anidride carbonica emessa per ape ogni ora (in scala logaritmica).

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A parte qualche deviazione riconducibile a disturbi della colonia, il risultato sembra indipendente dal numero di api in ogni glomere (da 5’800 a 33’700 api). Questo dimostra che le api controllano la temperatura del glomere producendo attivamente calore. L’aumento del metabolismo al di sopra dei 10° non può essere dovuto alla temperatura di per se, ma al fatto che le api iniziano altre attività invece di restarsene ferme nel glomere. Ovviamente al minimo di produzione di CO2 corrisponde un minimo di consumo di cibo.

Le colonie non erano protette: l’esperimento non è stato condotto in arnie, ma trasferendo unicamente i telaini nel contenitore raffreddato. La sopravvivenza a -39°è dunque notevole. La colonia numero 5 ha anche iniziato a produrre covata: circa 600 celle di uova e larve.

 

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Il grafico è riprodotto per gentile consenso dell’Editore, Wiley, e non possono essere ulteriormente riprodotte.

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