Il disturbo causato dall’acido ossalico

Il disturbo causato dall’acido ossalico

La disinfestazione degli acari parassiti usando l’acido ossalico non è privo di conseguenze per le api.  A differenza dell’acido formico, che lascia visibilmente intontite le api nel periodo del trattamento, l’acido ossalico sembra essere tollerato piuttosto bene dalle api (almeno nel breve periodo e se i trattamenti non sono ripetuti).

Tuttavia, i grafici seguenti mostano una reazione delle api non visibile a occhio nudo ma che sembra rivelare un certo fastidio. Il primo grafico mostra le registrazioni della temperatura dell’arnia in cui è installato il sistema di monitoraggio beepro in seguito all’applicazione di acido ossalico spruzzato il 4 ottobre, dopo lo sfarfallamento di tutta la covata. Mentre prima del trattamento la temperatura rilevata dai sensori oscillava seguendo la temperatura esterna tra una minima notturna di 19.8° e una massima pomeridiana di 25° (sensore T2, che risultava essere quello centrale), nei due giorni successivi al trattamento la temperatura ha oscillato tra i 25° e i 29° (medesimo sensore). Divari simili si sono registrati sugli altri due sensori della parte occupata dell’arnia (T1 e T3).

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Il grafico successivo, relativo alla medesima arnia, mostra il risultato del trattamento estivo, effettuato con acido ossalico in forma sublimata dopo il blocco di covata (v. qui per le registrazioni della temperatura nel corso del blocco di covata). Nonostante le temperature fossero alte già al momento della liberazione della regina, il 17 agosto alle 09:43 (31.2° sul sensore T2), i sensori rilevano un aumento improvviso poco dopo il trattamento: alle 12:45 la temperatura  era di 34.3°, e ha raggiunto un picco di 35.3° alle 16.47. Per altri due giorni la temperatura ha oscillato tra una minima di 31° e una massima di 34° (siamo sempre in assenza di covata), per scendere al di sotto di 30° il 21 agosto e da lì iniziare a risalire gradualmente per la ripresa della covata, raggiungendo di nuovo i 34° un paio di giorni dopo. La covata era iniziata proprio nel pressi del sensore T2. T3, che aveva inizialmente seguito il medesimo andamento (cioè una risalita a 34° nonostante l’assenza di covata), ha mostrato una ripresa più lenta, ad indicare che la regina ha iniziato a deporre in quello spazio solo un paio di giorni dopo.

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DA COMPLETARE CON DATI DELLE MISURE TERMOMETRICHE MANUALI SU ALTRE CASSE

 

 

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