Vari articoli divulgativi su aspetti della storia del pensiero economico


Come rappresentare i fatti storici

L'uso dei diagrammi e delle rappresentazioni grafiche ha fatto fatica a diffondersi nelle scienze sociali, non tanto per una difficoltà di comprensione dello strumento quanto piuttosto per la concezione filosofica della natura delle scienze sociali. Fintanto che un fatto storico è considerato un unicum, soggetto a determinanti specifiche, non ha senso metterlo in relazione con altri; un diagramma che reppresenti una serie storica, invece, è il risultato di un processo di astrazione che idividua caratteristiche comuni tra gli eventi. Questo passo è stato compiuto in particolare dagli economisti che discutevano delle crisi economiche non come fenomeni isolati, ma come esempi di una medesima classe di eventi, soggetti alla medesima legge causale anziché a cause multiple.
Originariamente pubblicato su Azione il 1 aprile 2008. Il tema della causalità è ripreso nell'articolo Quando basta una goccia di troppo, descritto nella sezione sui cicli e le crisi. (qui versione in Djvu)

L'uguaglianza dei punti di partenza

Come si risolve la parziale contraddizione al cuore della visione liberale classica, tra l'enfasi sull'uguaglianza e quella sulla libertà? Il caso di Luigi Einaudi
Articolo originariamente apparso su Azione, 10 novembre 2004. Per un approfondimento si veda D. Besomi e G. Rampa, Dal liberalismo al liberismo, Giappichelli: 2000.

L’economia come sistema ordinato

I sistemi economici sono in perenne bilico tra ordine e disordine. Una rilettura della più classica delle interpretazioni: la «mano invisibile» di Adam Smith, a partire dal libro di S. Fiori, Ordine, mano invisibile, mercato. Una rilettura di Adam Smith, Torino: UTET, 2001, Articolo originariamente apparso su Azione, 18 luglio 2001. (qui versione djvu)

Sui costi delle biblioteche pubbliche

Le argomentazioni economiche di William Stanley Jevons a favore di un sistema bibliotecario pubblico e gratuito.
Articolo originariamente apparso su Azione, in uno dei tanti momenti in cui qualche politico ha pensato di riuscire a migliorare il bilancio statale decurtando i fondi a disposizione delle biblioteche (7 febbraio 2006). (qui versione in Djvu)

Medici ed economisti

Le relazioni tra medicina ed economia politica all’origine della storia della disciplina. Recensione di Physicians and Political Economy. Six studies of the work of doctor-economists, a cura di P. Groenewegen (London: Routledge, 2001). Originariamente apparso su Azione, 28 novembre 2001; per una versione più approfondita si veda D. Besomi, "Physicians and Political Economy, by P. Groenewegen (ed.)", European Journal of the History of Economic Thought, 9:3 2002, pp. 474-477. (qui versione Djvu)

Il candidato, il gelataio e il quartiere a luci rosse

Un confronto tra una competizione elettorale, la vendita di gelati su una spiaggia, e il processo di concentrazione di attività economiche in determinati quartieri cittadini, a partire dalle riflessioni di Hotelling a proposito di “Stability in Competition”, del 1929. Originariamente apparso su Azione, 11 aprile 2001 (qui una versione Djvu)

Democrazia, educazione e opportunità

A quali risultati porta l’applicazione dei modelli di competizione elettorale all’economia dell’educazione? Su una serie di lezioni di John Roemer all’Università di Graz. Originariamente apparso su Azione, 18 giugno 2003.

L’economista nel paese delle meraviglie

Una interessante biografia di uno dei più affascinanti teorici del ventesimo secolo, l’inglese Dennis Holme Robertson, mette in luce la relazione tra la sua personalità, le sue opere teoriche, e Alice nel paese delle meraviglie. A partire da G. Fletcher, Understanding Dennis Robertson. The Man and His Work, Cheltenham: Elgar, 2000. Originariamente apparso su Azione, 2 maggio 2001. (Per una versione più approfondita si veda D. Besomi, "Understanding Dennis Robertson. The Man and his Work, by G. Fletcher", History of Economics Review, 33, Winter 2001, pp. 112-115). (qui una versione djvu)

Salari e occupazione

Il dibattito degli anni trenta del novecento sulla relazione tra riduzione dei salari e stimolo alla produzione: l’analisi neoclassica e la critica keynesiana. Originariamente pubblicato su Azione, 5 gennaio 1992 (formato Djvu; qui il plug-in con un’avvertenza per mac OS).

Gli economisti e la scuola

Serie di 7 articoli (formato Djvu), pubblicati su Azione tra il 5 aprile e il 21 giugno 2000 sul punti di vista degli economisti sulla scuola: dai classici alle analisi contemporanee, per finire con i problemi legati al finanziamento dell’istruzione. Rielaborati, gli articoli sono stati raccolti in Gli economisti e la scuola. Breve rassegna sull'economia dell'educazione (Bellinzona: Messaggi Brevi, 2001).
  1. La nascita della scuola di massa
  2. Gli economisti classici, lo stato e l’educazione: Alcuni degli elementi essenziali del dibattito contemporaneo sugli aspetti finanziari dell'educazione sono stati anticipati dagli economisti classici fin dall' epoca della rivoluzione industriale.
  3. L'istruzione come investimento: il capitale umano: Dopo aver esaminato la posizione degli economisti classici sulla scuola, vediamo come negli anni Sessanta alcune loro intuizioni siano state riprese e reinterpretate in una visione dell'educazione come formazione di capitale umano.
  4. ll
  5. La scuola oltre lo produttività: Se lo scuola non contribuisce direttamente ad aumentare lo produttività del lavoro e dunque il benessere sociale/ che senso ha investire nel sistema educativo? Sebbene i nuovi approcci giustifichino questa domanda, vi sono ragioni per posporre conclusioni negative.
  6. La scuola privata: squilibri e finanziamento: alcune riflessioni sulle distorsioni che implicano uno spostamento del sistema educativo dall'ente pubblico alla «mano invisibile» dei mercati.
  7. [fuori serie] La scuola in un mondo che cambia: Il mondo universitario giapponese si preparo od affrontare un drastico calo degli iscritti: si prevede una lotta all’ultimo studente, e si teme uno perdita di qualità nell'insegnamento.